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Nella storia del nuovo Papa c’è anche molta Roma perché Leone XIV ha trascorso più di 12 anni della sua vita nella città eterna. Prima come studente, poi come priore generale della Congregazione. Un legame che risale agli anni ‘80 quando «a 27 anni è stato inviato nella Capitale dall'Ordine per studiare Diritto Canonico alla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, l'Angelicum». A ricordarlo, ancora emozionato, è Padre Angelo Di Berardino. Amico da anni del nuovo Pontefice, Padre Angelo era presente il giorno della discussione della sua tesi. «Era il 1987. Il titolo dell’elaborato era “Il ruolo del priore locale dell'Ordine di Sant'Agostino”», prosegue il sacerdote, felice nel pensare che «quel giovane studente conosciuto tanti anni fa ora è il successore di Pietro». «Non dimenticherò mai il giorno della discussione e i tanti anni trascorsi insieme a Roma». Leone XIV, nella sua lunga permanenza romana, «ha vissuto sia in via Paolo VI che in via della Scrofa. Sempre insieme ai suoi confratelli». Gli stessi con cui è stato anche pochi giorni prima dell’inizio del Conclave. «L’ultima volta l’ho incontrato lunedì scorso, abbiamo pranzato insieme», prosegue Padre Angelo ribadendo quanto il nuovo Papa sia «una persona molto umile e riservata, che non si è mai messa in mostra. Girava per le strade della città senza farsi notare troppo». Ma nonostante ciò, quando poteva dedicava tempo ai suoi amici. «Uscivamo spesso insieme, andavamo a passeggio o a mangiare qualcosa, come successo appunto lunedì scorso. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato l’ultimo pranzo prima che diventasse Papa», ammette Di Berardino. Diversi i locali frequentati da Leone XIV negli anni romani. Tra i tanti c’è anche “L'Isola della Pizza”, una pizzeria al civico 45 di via degli Scipioni, nel quartiere Prati, dove ieri, all’annuncio del Papa, «è esplosa la festa», ammette Adele, la titolare che gestisce l’attività insieme al marito Vito e ai figli Laura e Renzo.
LA TELEVISIONE
«Stavamo lavorando e seguendo l’evento in televisione. Appena si è affacciato l’abbiamo riconosciuto: un’emozione unica. Mi viene da piangere al pensiero che pochi giorni fa abbiamo accolto il Papa», prosegue. Tanti i clienti della pizzeria che frequentano il Vaticano, tra guardie svizzere e cardinali. «Ma mai un Pontefice», assicura Adele cercando di ricordare più dettagli possibili legati a quell’incontro speciale. «È arrivato insieme a un altro sacerdote e si è accomodato nella saletta che noi riserviamo ai cardinali, così possono mangiare in tranquillità perché qui, per fortuna, c’è sempre tanta confusione». «Lo ha servito Mediu, il nostro cameriere che si occupa dei cardinali». Il menù? «Carciofi per antipasto e un piatto di pasta», ricorda la titolare del locale da sempre legato al Vaticano e alla Chiesa. «Il 6 maggio - racconta Adele - abbiamo portato alle Guardie svizzere una torta realizzata da noi e proprio oggi abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento dalla Segreteria di Stato per questo gesto. Prima la lettera, poi la nomina del Papa che è stato un nostro cliente. Una giornata davvero memorabile», ribadisce la titolare auspicando che magari prima o poi «lui possa tornare». E lo sperano anche gli studenti del Collegio Internazionale Santa Monica di via Paolo VI, lo stesso frequentato anni fa dal Pontefice e dove Leone XIV è andato proprio pochi giorni prima della sua elezione. «È venuto a trovarci lunedì», racconta don Carlo Ambrosio Setti, sacerdote campano arrivato anche lui a Roma da giovane per frequentare lo stesso istituto. «L’ho conosciuto quando io ero studente e lui si era già laureato, ma frequentava ancora l’ambiente.
Era la fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90», ricorda don Carlo descrivendo, anche lui, il Pontefice come «un uomo umile», ma anche «molto sensibile e soprattutto aperto». «Non ha mai imposto il suo punto di vista. Ha sempre ascoltato gli altri e le loro necessità. Sempre pronto ad aiutare. Un uomo mai di rottura e che ha costruito ponti. Un uomo di pace come ha voluto sottolineare lui stesso nel suo discorso», nota don Carlo che ha seguito la proclamazione nel collegio, in una delle tante stanze comuni ieri affollate da decine e decine di giovani. «Avevamo tutte le tv accese. Io ero con circa una trentina di studenti provenienti da tutte le parti del mondo. Quando abbiamo sentito il suo nome ci siamo tutti commossi. Non ce lo aspettavamo».
LO SPORT
A vantare una lunga amicizia con il nuovo Papa è anche padre Giuseppe Pagano, agostiniano di Santo Spirito a Firenze, che ieri ha sottolineato la vena sportiva del successore di Pietro. «Ama gli sport e nel calcio è un grande tifoso della Roma. L'ho sentito dopo la partita Roma-Fiorentina. Mi ha detto scherzando “La vittoria della Roma è il primo miracolo di Francesco dopo la morte”», ha raccontato Pagano.
I CASTELLI ROMANI
Dallo sport alla Chiesa di San Pancrazio ad Albano Laziale, a trenta chilometri dalla Capitale, dove Leone XIV sarebbe dovuto arrivare a giorni dopo essere diventato cardinale titolare di San Pancrazio. Nonostante non abbia mai conosciuto i suoi parrocchiani, ieri anche lì la gioia era tanta. «Nessuno si sarebbe mai aspettato una notizia del genere. Siamo davvero felici», esultano i residenti sperando di conoscere un giorno il nuovo Papa. «Prima non è riuscito ad arrivare da noi, speriamo che lo faccia ora perché sembra davvero una persona dal cuore grande», commenta una parrocchiana.
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